Regista cinematografico giapponese. L'originalità del suo talento venne
alla ribalta nel 1948 con il film
L'angelo ubriaco, tragica sintesi del
disorientamento morale e sociale del dopoguerra. Ottenne fama mondiale con
Rashomon (1950), premiato al festival di Venezia del 1951. Il suo
prestigio venne consolidato da
I sette samurai (1954). Altre sue opere,
egualmente importanti sono:
Vivere (1952),
La fortezza nascosta
(1958),
Sanjuro (1967),
Do-deska-den (1971). Grande successo di
pubblico e di critica hanno avuto le sue successive opere,
Dersu Uzala
(1976, premio Oscar),
Kagemusha - L'ombra del guerriero, 1980) e
Ran (1985), ispirato al Re Lear di Shakespeare e a un'antica leggenda
giapponese. Nel 1990 ha diretto
Sogni, ricevendo nello stesso anno
l'Oscar per la carriera. Del 1991 è
Rapsodia in agosto e del 1993
Madadayo, storia delicata di un vecchio professore, persona
sensibilissima, in grado, per la sua saggezza e semplicità, di farsi
amare. Nei suoi film
K. ha cercato di innestare i più moderni
fermenti della cultura occidentale nella tradizione artistica del Giappone. Ha
creato anche una sua originalità di linguaggio con un montaggio ardito,
che alterna frenetici movimenti di macchina con scene di prolungata
staticità (Tokyo 1910-1998).